In Italia il numero di nuovi tumori al seno è cresciuto, ma quando la malattia è individuata in fase precoce, le guarigioni superano il 90%. Grazie alla mammografia e alle nuove terapie, otto italiane su dieci colpite da cancro al seno riescono a sconfiggerlo: prima si scopre più aumentano le probabilità di guarigione e anche quelle di mantenere l’integrità della propria immagine corporea. Proprio per questo le linee guida del Ministero della Salute e le raccomandazioni internazionali si sono espresse a favore di uno screening mammografico esteso a una fascia di età più ampia rispetto a quella prevista nella normativa nazionale (50 e i 69 anni). L’incidenza tra le donne più giovani è infatti in crescita e anche dopo i 70 anni non bisogna abbassare la guardia, ma continuare a fare prevenzione. Ogni anno il tumore della mammella colpisce oltre 17 mila donne di età superiore ai 70 anni e, considerato che l’aspettativa di vita è aumentata, oggi l’età non più essere un ostacolo nella diagnosi e cura di questo male.
Strumentazioni sempre più avanzate
Chi supera la malattia lo deve proprio alla diagnosi precoce, che oggi si effettua con strumenti d’indagine sempre più avanzati e in grado di superare i limiti delle precedenti tecnologie. Come la tomosintesi, una mammografia tridimensionale ad alta definizione, che oltre permettere un’accuratezza diagnostica impensabile fino a qualche anno fa, assicura alle pazienti numerosi altri vantaggi. Il rischio di diagnosi errate è ridotto e si evita così la ripetizione di approfondimenti inutili. Aumenta anche il comfort della visita: la scansione è più rapida e, grazie al nuovo compressore adattivo alla forma del seno, l’esame riduce al minino il dolore provato durante la compressione.