Complessa, polisintomatica e difficile da diagnosticare, la fibromialgia continua a essere una patologia “invisibile” ma in grado di compromettere notevolmente la qualità della vita di chi ne è affetto. È una malattia reumatica che colpisce i tessuti fibrosi (“fibro”) e i muscoli (“mialgia”, indica il dolore muscolare) provocando un aumento di tensione muscolare. Chi ne soffre presenta un’alterazione del sistema nervoso centrale e periferico che aumenta le sensazioni dolorose, influenzando il modo in cui il cervello elabora i segnali di dolore.
Numerose persone colpite vivono da anni una sintomatologia dolorosa che non ha mai trovato una diagnosi definitiva, e spesso si sentono considerati “malati immaginari”. In molti casi, infatti, i medici faticano a diagnosticarla, sia perché il quadro sintomatico è comune ad altre patologie sia a causa dell’assenza di specifici esami che certifichino i sintomi, (la diagnosi è unicamente clinica, basata sui sintomi riportati dal paziente e sulla visita medica). Anche la sua origine certa è sconosciuta, sebbene si ritinga siano coinvolti di diversi fattori (genetici, biochimici, neurochimici, ambientali, ormonali, psicologici ecc.)
Quali sono i sintomi?
Oltre al dolore muscolare diffuso, i pazienti sperimentano numerosi altri sintomi: stanchezza eccessiva, mal di testa o dolore al volto, difficoltà a digerire, bruciore allo stomaco, colon irritabile, dolori addominali, ansia, disturbi del sonno, dell’umore e problemi cognitivi di attenzione e concentrazione (fibro-fog annebbiamento fibromialgico).
Una vera e propria cura non esiste, ma grazie a un approccio multimodale, che preveda non solo farmaci, ma anche esercizi, terapie fisiche e percorsi volti al rilassamento e alla riduzione dello stress è possibile alleviare il dolore e tutti gli altri sintomi.