La gravidanza è sicura per la maggior parte delle donne affette da una malattia cardiaca. In alcuni casi, però, può essere molto rischiosa, proprio per questo è importante accertare la salute cardiovascolare prima dell’inizio della maternità.
Durante i nove mesi il cuore è sottoposto a sforzi maggiori, un po’ per l’aumentata frequenza cardiaca, un po’ per il maggiore volume di sangue circolante. Ciò può essere rischioso per le donne che hanno già un problema cardiaco: da un’aritmia all’ipertensione, da una valvulopatia a un problema all’aorta. Ma tutte le donne devono restare prudenti perché problemi di tipo cardiovascolare possono sopraggiungere anche in caso di pazienti sane e, se trascurati, potrebbero causare complicazioni.
È importante quindi non trascurare alcun sintomo, che va sempre riportato al proprio medico, anche perché i segnali di un problema cardiovascolare legato alla gravidanza spesso sono difficili da riconoscere: sono infatti simili ai cambiamenti fisiologici normalmente associati alla gestazione.
I disturbi ipertensivi sono la complicazione più comune
e richiedono un attento controllo.
La pressione deve essere tenuta sotto controllo sin dall’inizio della gestazione, ma l’ideale sarebbe conoscerne i valori già prima del concepimento. Se i valori sono uguali o superiori a 140/90 è bene rivolgersi al proprio medico. Spesso in questi casi si eseguono esami come quello delle urine con dosaggi delle proteine, esami del sangue specifici, ecografia con flussimetria, cardiotocografia (monitoraggio elettronico).
L’ipertensione può essere pre-esistente o comparire per la prima volta in gravidanza, anche senza alcun sintomo. Si tratta di due disturbi differenti, che richiedono terapie diverse e che possono anche sovrapporsi. Durante la ventesima settimana è possibile distinguere le due forme, l’ipertensione gestazionale, infatti, compare generalmente a partire dalla fine del secondo trimestre. Se i valori pressori superano la norma prima della ventesima settimana, significa che la futura mamma era già ipertesa.
Facendo tutti i controlli e seguendo le indicazioni del ginecologo è molto probabile che la gravidanza proceda senza grandi contrattempi. In alcuni casi però l’ipertensione, sia pre-esistente sia cronica, può evolvere in preeclampsia o gestosi. Si tratta di uno stadio più grave della malattia, che colpisce circa il 3-5% delle donne in attesa, caratterizzato in genere dalla presenza di pressione alta insieme ad altri indicatori clinici quali la perdita di proteine nelle urine e la comparsa di edemi (accumuli di liquidi). Se non diagnosticata e curata in tempo, la preeclampsia può esporre la madre e il bambino a gravi rischi.